
Nel Bosco d'Arte dell'artista-collezionista Gianni Bandinelli, Sabato 8 Ottobre alle ore 15.30, verrà presentata da Laura Monaldi, l'installazione di Ubaldo Molesti, sarà presente l'artista.
Il bosco ha da sempre rappresentato per l’uomo un luogo magico e d’incontro fra il mistero universale e l’armonia creatrice della Natura. Spesso, nella letteratura come l’arte, il bosco raffigura il culto dell’immaginario, in cui l’individuo può perdersi, volontariamente o involontariamente, fino ad avere una percezione diversa della realtà circostante, perché esso incarna il simbolo del ritiro spirituale, quell’archetipo del rapporto armonico fra l’Uomo e la Natura, che sembra ormai essersi perso nell’oblio della tecnica e del progresso scientifico. Ciononostante ravvicinarsi alla Terra è un istinto a cui l’artista tende inconsapevolmente, come se l’attualità spingesse alla scoperta e alla rivalutazione del più ancestrale santuario meditativo: nel bosco i pensieri si perdono nei ritmi solitari dell’ambiente e si annientando le distanze fra la terra e il cielo, poiché si ha la parvenza di trovarsi in una dimensione intermedia, ove tempo e spazio si confondono e si sublimano in un’energia universale più grande del pensiero umano. Fra vita e materia, Ubaldo Molesti ha indagato le radici ontologiche del bosco, creando un collegamento fra il Noi e l’atmosfera senza tempo della foresta; ha analizzato il potenziale energetico e vitale della vita boschiva e ha percepito il punto di convergenza fra la forza fisica e quella spirituale, assimilando l’importanza della catarsi e dell’osmosi naturale fra l’Io e il mondo. Perdersi e ritrovarsi, esterno e interno, cielo e terra non hanno alcuna distinzione là dove la mente umana e la creatività osano godere degli aspetti più inesplorati e selvaggi dell’entità naturale. Il progetto Il Bosco Infinito “PENTA LUCE” non è altro che un’invocazione a compiere un percorso introspettivo, nel bisogno e nel tentativo della coscienza di illuminare un cammino ignoto e nascosto fra i giochi d’ombra del bosco, confrontandosi con la Natura e gli aspetti più misteriosi di essa. In tal senso la Luce personifica una verità sfuggente e consolatrice, salvifica primigenia: tutta l’installazione gioca nello sviluppo dinamico di una struttura essenziale corredata da moduli cromatici. Le linee verticali si sviluppano dal basso verso l’alto, dalle radici della terra verso l’infinità del cielo in più direzioni e i colori primari dei cinque elementi si stagliano nella visione notturna come segni di luce, in nome di una presenza umana immersa nelle contraddizioni dell’oggi. L’installazione di Ubaldo Molesti germoglia dal terreno e dall’humus boschivo, innalzandosi verso l’alto, sprigionando dalle profondità delle radici della terra la forza e il nutrimento della Natura, in virtù delle proprie caratteristiche metamorfiche e del senso ciclico della vita. La creatività dell’artista si è posta oltre la meditazione e la contemplazione dell’infinità del bosco, vertendo nella direzione di uno svelamento degli archetipi che l’ambiente naturale nasconde. Smarrimento, ricerca, incontro e ritrovamento convogliano nella realizzazione del progetto, quasi onirico e metafisico, che da uno spazio atemporale è affiorato ai livelli consci del pensiero creativo e si concretizzato in un poetico assemblaggio di linee e forme, dalle variabili e personali interpretazioni. Quello di Ubaldo Molesti per la Natura sembra essere un amore platonico che lo ho spinto a intraprendere un viaggio di conoscenza e realizzazione, di ricerca e di espressione, fino a giungere al recupero delle forze primigenie che regolano lo scorrere naturale del tempo nello spazio universale del mondo, in un panismo osmotico dal forte sapore comunicativo. (Laura Monaldi)
Per info e prenotazioni visite: giannibandinelli@libero.it / 3341562972
Il bosco ha da sempre rappresentato per l’uomo un luogo magico e d’incontro fra il mistero universale e l’armonia creatrice della Natura. Spesso, nella letteratura come l’arte, il bosco raffigura il culto dell’immaginario, in cui l’individuo può perdersi, volontariamente o involontariamente, fino ad avere una percezione diversa della realtà circostante, perché esso incarna il simbolo del ritiro spirituale, quell’archetipo del rapporto armonico fra l’Uomo e la Natura, che sembra ormai essersi perso nell’oblio della tecnica e del progresso scientifico. Ciononostante ravvicinarsi alla Terra è un istinto a cui l’artista tende inconsapevolmente, come se l’attualità spingesse alla scoperta e alla rivalutazione del più ancestrale santuario meditativo: nel bosco i pensieri si perdono nei ritmi solitari dell’ambiente e si annientando le distanze fra la terra e il cielo, poiché si ha la parvenza di trovarsi in una dimensione intermedia, ove tempo e spazio si confondono e si sublimano in un’energia universale più grande del pensiero umano. Fra vita e materia, Ubaldo Molesti ha indagato le radici ontologiche del bosco, creando un collegamento fra il Noi e l’atmosfera senza tempo della foresta; ha analizzato il potenziale energetico e vitale della vita boschiva e ha percepito il punto di convergenza fra la forza fisica e quella spirituale, assimilando l’importanza della catarsi e dell’osmosi naturale fra l’Io e il mondo. Perdersi e ritrovarsi, esterno e interno, cielo e terra non hanno alcuna distinzione là dove la mente umana e la creatività osano godere degli aspetti più inesplorati e selvaggi dell’entità naturale. Il progetto Il Bosco Infinito “PENTA LUCE” non è altro che un’invocazione a compiere un percorso introspettivo, nel bisogno e nel tentativo della coscienza di illuminare un cammino ignoto e nascosto fra i giochi d’ombra del bosco, confrontandosi con la Natura e gli aspetti più misteriosi di essa. In tal senso la Luce personifica una verità sfuggente e consolatrice, salvifica primigenia: tutta l’installazione gioca nello sviluppo dinamico di una struttura essenziale corredata da moduli cromatici. Le linee verticali si sviluppano dal basso verso l’alto, dalle radici della terra verso l’infinità del cielo in più direzioni e i colori primari dei cinque elementi si stagliano nella visione notturna come segni di luce, in nome di una presenza umana immersa nelle contraddizioni dell’oggi. L’installazione di Ubaldo Molesti germoglia dal terreno e dall’humus boschivo, innalzandosi verso l’alto, sprigionando dalle profondità delle radici della terra la forza e il nutrimento della Natura, in virtù delle proprie caratteristiche metamorfiche e del senso ciclico della vita. La creatività dell’artista si è posta oltre la meditazione e la contemplazione dell’infinità del bosco, vertendo nella direzione di uno svelamento degli archetipi che l’ambiente naturale nasconde. Smarrimento, ricerca, incontro e ritrovamento convogliano nella realizzazione del progetto, quasi onirico e metafisico, che da uno spazio atemporale è affiorato ai livelli consci del pensiero creativo e si concretizzato in un poetico assemblaggio di linee e forme, dalle variabili e personali interpretazioni. Quello di Ubaldo Molesti per la Natura sembra essere un amore platonico che lo ho spinto a intraprendere un viaggio di conoscenza e realizzazione, di ricerca e di espressione, fino a giungere al recupero delle forze primigenie che regolano lo scorrere naturale del tempo nello spazio universale del mondo, in un panismo osmotico dal forte sapore comunicativo. (Laura Monaldi)
Per info e prenotazioni visite: giannibandinelli@libero.it / 3341562972