Fin dalla seconda metà degli anni ‘60 Pasolini coglie il problema del destinatario: al «popolo» subentra la «massa», e questo mette in crisi anche il teatro tradizionale. Pasolini teorizza un «teatro di parola» che rinuncia all’intero apparato naturalistico (scenografie, costumi, musiche, azione scenica) per concentrarsi sul logos. La rilettura, interpretazione e messa in scena di brevi passi di alcune sue opere scelte nel corso degli incontri hanno l’obiettivo di coinvolgere gli studenti in un lavoro di approfondimento e appropriazione critica che approdi a una creazione originale.
Duccio Mannucci